Storia dello Sci Club Cortina
              
              
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La nostra Storia

La storia dello Sci Club Cortina affonda le radici nel lontano 1903 ed è un cammino fatto di grande prestigio, riconosciuto anche dalla Stella al merito sportivo ricevuta dal CONI nel 1973, e di nomi illustri, che hanno portato in alto il nome del Club e rappresentato con onore il nome di Cortina sulle piste, in varie discipline.

L’attività principale dello Sci Club è sempre stata quella di avviare allo sport agonistico i ragazzi di età compresa fra i 6 e i 18 anni, e di organizzare gare e manifestazioni a livello provinciale, regionale ed internazionale inserite nei vari circuiti agonistici FIS e FISI.

La fondazione

Si narra che i primi sci siano arrivati in Ampezzo dalla Moravia, portati da Agostino Kollitsch, insegnante presso la Regia Scuola d'Arte: fu una scoperta eccezionale che raddoppiò l'attività professionale delle guide alpine, che poterono così praticare la professione anche d’inverno. E' per promuovere questa novità che agli inizi del 1900 nasce lo Sport Club Ampezzo - Tirol.

1901 o 1903? Nonostante vi siano testimonianze discordi sulla data esatta di fondazione, ma nonostante i documenti ufficiali siano andati perduti, ci sono diverse prove che attestano il 1903 quale data ufficiale di nascita del sodalizio: il primo documento storico conservato nell'archivio del Comune di Cortina d'Ampezzo datato 5 marzo 1903 e gli ultimi due esemplari dello stamma originale, in metallo smaltato, che riportano la data del 1903. 

Le attività del neonato club sono di tipo promozionale attraverso l'organizzazione di competizioni di sci, slittino e pattinaggio. Lo scopo è culturale e sociale, oltre che turistico e sportivo. Già nel 1905 la società conta ben 220 soci ed è dotata di un ufficio informazioni e di una biblioteca, donata dalla contessa Emilia Howard e purtroppo andata bruciata, accessibile a qualunque ora del giorno.

Per promuovere il turismo invernale a Cortina, lo Sport Club si occupò anche di far stampare presso la tipografia di Innsbruck un pieghevole informativo in lingua tedesca che, con grande modernità, riportava, oltre ai contatti del Club, una cartina geografica e stradale con le vie per raggiungere il paese da Innsbruck, Vienna, Monaco, Venezia e Milano.

Le prime gare internazionali

E' il 1927 quando Cortina, in pieno sviluppo turistico dopo la fine della prima Guerra Mondiale, ospita le prime gare FIS: una Gran Fondo di 50 km, una 18 km di fondo e due prove di salto dal trampolino di Zuel. 103 i concorrenti iscritti provenienti da 7 nazioni. L'anno successivo è la volta delle prime Olimpiadi invernali universitarie, comprendenti tutte le discipline della neve. Per la prima volta arrivano sulle Dolomiti degli sciatori dal Giappone.

Nel 1932, assegnato dal Coni e dalla FISI - Federazione Italiana Sport Invernali, si tiene a Cortina il primo Campionato mondiale di sci con specialità alpine di discesa e slalom. Nonostante fosse un anno di copiose nevicate, a Cortina mancava la neve, così le gare, inizialmente previste sulla Tofana, furono spostate tra i 1700 e i 2400 mt e si tennero sul Nuvolau (discesa) e alla Capanna Ravà (slalom).  

Nel frattempo, avviene la divisione dello Sport Club nelle discipline del ghiaccio e della neve ed il nome del Club diventa quello che conosciamo oggi: nel 1930 infatti viene ribattezzato Sci Club Cortina.

I primi campioni

Negli oltre 100 anni di storia del club sono numerosissimi i nomi da citare, atleti che hanno segnato la storia non solo del club, ma anche dello sci italiano del loro tempo. Sicuramente è necessario iniziare con Enrico Colli Pàor, primo campione italiano di sci di Cortina, icona dello sci degli anni '20, tanto da guidare la spedizione italiana alle Olimpiadi di Chamonix e fondatore della prima scuola sci di Cortina. 

Nel 1923 arriva in Ampezzo anche il primo titolo di salto, conquistato da Ivo Demenego e nel 1926 (replicherà poi nel 1927) il primo titolo di campionessa italiana nelle "gare di stile" portato a casa da Ofelia Zardini. Oltre a questi nomi vanno ricordati Vincenzo Colli, Giuseppe Ghedina Basilio, Pietro Lecedelli Capazo, Paolo Dallago tutti protagonisti delle gare più importanti dell'epoca. 

Anche negli anni '30 gli atleti di Cortina costituiscono buona parte della nazionale italiana nelle gare internazionali. Ricordiamo Severino Menardi, Ferdinando e Renato Valle, Ernesto Zardini, Renato Dimai, Enrico Lacedelli, Ino Dallago, molti dei quali presero parte alle Olimpiadi invernali di Lake Placid nel 1932. O ancora Umerto, Guido e Sisto Gillarduzzi, Roberto Lacedelli, Carlo Alverà, Ivo Demenego, Andrea Lacedelli, Rinaldo Colle, Egidio Apollonio, Renato Dimai. 

Gli anni '40 sono gli anni dei Mondiali del 1941, dichiarati nulli dalla FIS al Congresso del 1946, e dello stop alle competizioni durante Seconda Guerra Mondiale e della successiva ripresa nell'inverno 1945-46. Sono anni di grande fatica, durante i quali Cortina inizia a sentire la concorrenza di altre località di montagna che promuovono il turismo invernale. Da ricordare in questi anni Roberto Lecedelli Kobe, Luciano de Bigontina e Silvio e Albino Alverà, che formarono la rappresentanza cortinese ai Giochi Olimpici di St. Moritz nel 1948. 

 

Gli anni '50, le Olimpiadi e tanti grandi nomi

Fu principalmente per rilanciare turisticamente il paese, che dopo la 2* Guerra Mondiale subiva la concorrenza di altre località di montagna, che venne l'idea di candidarsi come città ospitante le Olimpiadi Invernali. Otto Menardi è l'uomo che ebbe questa intuizione e che lavorò assiduamente per portare a casa il risultato.

Fu un lavoro corale di Comune, associazioni ampezzane, FISI e del rappresentante italiano al CIO conte Alberto Boncacossa che il sogno divenne realtà: Cortina d'Ampezzo ospita le Olimpiadi Invernali nel 1956. Otto Menardi viene eletto presidente dello Sci Club Cortina il 6 giugno 1953. Sarà proprio lo Sci Club, insieme a Sportivi Ghiaccio e Bob Club ad essere il punto di riferimento organizzativo per quanto concerne la fase preparatoria alle Olimpiadi.

Per quanto concerne gli atleti di punta, i primi anni '50 vedono in competizione i già citati fratelli Alverà, insieme a Roberto Lacedelli e le nuove leve Eugenio Monti e Ilio Colli. A parte Monti, che purtroppo incorse in un grave infortunio ad entrambe le ginocchia durante un allenamento di discesa libera nel 1951, infortunio che precluse la sua carriera di sciatore,  ma che regalò al bob italiano e internazionale una vera leggenda, i quattro citati furono convocati alle Olimpiadi di Oslo del 1952. Tragica fu la sorte di Ilio Colli, che morì in uno schianto durante una gara di discesa libera a Madesimo. Tutto il paese si fermò commosso ad onorare questo giovane talento scomparso. 

Negli anni '50 iniziò a farsi notare anche un giovane atleta di nome Bruno Alberti. Una vita sugli sci per questo gradnde campione, a partire dai primi "sci veri" guadagnati col lavoro di pastore all'età di 14 anni. Le prime gare nel '51, nel '53 a Wengen come "nazionale in prova" e nel '55, proprio a Cortina, incoronato Campione Italiano dello slalom gigante davanti tra gli altri anche a Zeno Colò. Vittoria che gli aprì le porte della Nazionale italiana, dove rimase fino al 1964. Un Campione perseguitato dagli infortuni, a causa dei quali saltò le Olimpiadi di casa nel 1956, i Mondiali di Chamonix nel 1962 e le Olimpiadi di Innsbruck del 1964. Ai Giochi di Squaw Valley nel 1960 porta a casa un 5° posto in gigante e un 6° in discesa e vince 8 gare FIS (quelle che oggi sarebbero le gare di Coppa del mondo) di discesa libera e 3 di combinata alpina. Dal 1965 al 1966 è allenatore della Nazionale italiana e, nel frattempo, si diletta nel KM lanciato toccando la velocità i 174 km orari! Tornato a Cortina è stato Presidente del Club negli anni '60 e '70. 

Gli anni '50 sono anche gli anni delle difficoltà economiche dovute al pagamento del "mancato guadagno" agli atleti che rappresentano Cortina nelle gare più importanti. Nonostante i numerosi successi, si rischia la bancarotta e la chiusura del club. Chiusura che è stata evitata grazie al rilancio dell'economia dovuto alle Olimpiadi e al contributo di Comune e Associazione Albergatori alle casse del soldalizio. 

Lo sci nordico

Se lo sci è per prima cosa uno strumento per spostarsi sulla neve, viene da sè che le prime discipline a prendere piede sono quelle dello sci nordico che, nella storia dello sci agonistico a Cortina, anticipano di circa una decina d'anni quelle dello sci alpino. E' il 1919 quando Enrico Colli Paòr, Faustino Menardi del Faloria, Luigi Gaspari Bechereto e Silvio Zardini Lares vincono la prima a gara individuale e a squadre tenutasi a Pieve di Cadore, mentre nel 1920 Enrico Colli Paòr vince il primo dei suoi 4 titoli italiani.

Nel 1936 lo Sci club, per volontà dell'allora presidente Sanzio Vacchelli, sostiene la prima sfida tra i Sestieri d'Ampezzo e la scelta ricade sullo sci da fondo, praticato da molti valligiani: nasce Ra corsa dei Sestiere. La prima edizione si tiene proprio nel 1936, con le casacche in uso ancora oggi. 

Dopo lo stop dovuto al secondo conflitto mondiale, lo sci nordico vive un periodo particolarmente buio e stenta a rinascere; lo Sci Club tenta di ravvivare l'attività grazie anche alla collaborazione con i Sestieri d'Ampezzo, rimasti legati all'ormai tradizionale Palio. Agli Italiani Assoluti di Asiago del 1951 si invia la squadra degli staffettisti di Azzon, ragazzi che fanno del loro meglio, ma con scarsi risutlati non essendo atleti della disciplina. La crisi doveva essere risolta, anche in vista delle Olimpiadi di casa. La soluzione viene proposta dall'ing. Illing di stanziare dei fondi allo Sci Club Azzon e successivamente agli altri Sestieri per curare i giovani che vogliono dedicarsi alla disciplina. Questa soluzione viene adottata anche nei decenni successivi, con risultati eccellenti (come dimostrano i nomi di Barbara Giacomuzzi, Klaus Mariotti, Anna Santer).   

Negli anni '60 il fondo è rinato. Il polo cortinese è ancora la piana di Campo e, per organizzare gare come la Coppa Kurikkala (1969) nel migliore dei modi, vennero chiamati a collaborare alcuni atleti che praticavano la disciplina. Uno dei nomi più conosciuti è quello di "Fredy" Alfredo Dibona, azzurro a Squaw Valley nel 1960.

Un ulteriore sviluppo si ebbe nehli anni '70, quando nascono gare di gran fondo che richiamano sempre più appassionati; il 3 aprile 1977 è l'anno del debutto della Dobbiaco-Cortina che vede 243 concorrenti iscritti e la vittoria di Maurilio De Zolt, allora 26enne, e Carla Dimai. La Dobbiaco-Cortina nasce da un'altra gara organizzata dallo Sci club Cortina nel 1974, chiamata "Ra Fémenes", la prima dedicata solo alle donne in risposta polemica ai regolamenti delle prime gare di gran fondo riservate agli uomini. Sempre il 1974 viene fodata la prima scuola di fondo di Cortina che è anche la prima d'Italia. Nel 1978 si tennero due gare FIS di rilievo mondiale: una 15 km individuale e una staffetta  4x10 km con la partecipazione di 80 concorrenti da 12 nazioni. Nel frattempo il polo del fondo si è spostato da Campo a Fiames.  

Tra i nomi da ricordare c'è quello di Maria Canins Bonaldi, conosciuta in occasione della gara Ra Fémenes, dal 1974 corre con i colori dello Sci club Cortina, portando numerosi titoli italiani. 

 

Il salto

La prima gara di salto organizzata dallo Sci club Cortina risale al 1913, su un trampolino nella "busa di Bastian de Fero" in Val cui fecero seguito molte altre gare del genere. Nel 1923 sul nuovo trampolino Franchetti di Zuel, costruito appunto con l'aiuto del Barone Franchetti, si svolsero gli allenamenti della nazionale italiana in vista delle Olimpiadi di Chamonix. 

Molti dei campioni della storia dello sci cortinese hanno iniziato la loro carriera saltando dal trampolino. I primi trampolini venivano costruiti nei villaggi, tra amici, poi una volta che i ragazzi erano un po' più grandi, si passava al trampolino di Zuel, prima sul "souto pizo", poi sul trampolino vero e proprio. Natualmente ci si batteva la pista con gli sci e si faceva su e giù a piedi per ogni salto. 

A Cortina vi erano due strutture per il salto: il trampolino Balilla a Ronco, poi ribattezzato "Tofana" nel dopoguerra, che consentiva di saltare circa 20 metri, e il trampolino di Zuel. Quest'ultimo vide diversi rifacimenti: la primitiva struttura in legno del trmapolino Franchetti fu sostituita dal nuovo impianto "Italia" nel 1941 per i Mondiali, mentre per le Olimpiadi del 1956 si costruì l'attuale trampolino in cemento. Entrambe le strutture negli anni ospitarono gare di rilievo nazionale ed europeo. 

Nel 1927 si svolgono a Cortina i Mondiali di salto e fondo. Sono molti anche i titoli tricolore che arrivano sulla bachecha dello Sci club Cortina e che portano la firma di Roberto Lacedelli, Ivo Demenego e Ino Dallago.

Nel secondo dopoguerra anche il salto vive momenti difficili per la mancanza di fondi da destinare a questo settore, tanto che nel 1950 viene richiesto aiuto alla FISI per rilanciare la disciplina. Si decide anche di investire su Gildo Siorpaes, classe 1938, promettente saltatore che passerà alle discipline dello sci alpino dopo un grave infortunio sul trampolino di Ronco. Nel mentre, si effettuano i lavori per il rifacimento del trampolino di Zuel, che oltre alle gare delle Olimpiadi del '56, ospiterà numerose competizioni nazionali ed internazionali negli anni '60 e '70. Lo Sci club Cortina si occuperà sempre dell'aspetto tecnico dell'organizzazione. Cortina è collegata anche grazie ad un circuito internazionale del salto con località  come Chamonix e St. Moritz. A cavallo con gli anni '80 si ospitano anche gare di Coppa del mondo, l'ultima l'8 gennaio del 1985. 

L'attività giovanile dedicata al salto dello Sci club Cortina prosegue fino alla metà degli anni '90.

Il 1969 e la Piccola Olimpiade

"Noi a Cortina una piccola Olimpiade la possiamo organizzare ogni anno." Disse nel 1969 il Presidente dello Sci Club Cortina Alberto Assirelli di fronte ai giornalisti per seguire uno straordinario inverno che vede un fittissimo programma di appuntamenti nazionali e internazioni.

Sci alpino: si tennero le prime gare di Coppa del mondo, la discesa libera per la Coppa Ilio Colli in Tofana e sul Col Druscié per lo slalom. Sci nordico: Coppa Kurikkala e Coppa Berauer. Alle discipline dello sci si affiancano le partite di serie A dell'hockey Cortina, i Campionati Italiani e i Campionati Europei di bob, gare ed esibizioni di pattinaggio artistico e la slezione delle squadre per i Campionati italiani di curling. 

 

I campioni e la scuderia negli anni '60 e '70

Negli anni '60, circa una settantina di ragazzi di Cortina fanno parte della Scuderia Franchetti, la squadra giovanile dello Sci club Cortina che prende il nome dal benefattore che sostenne l'attività giovanile in quegli anni, compreso l'acquisto del primo pulmino azzurro della società. Una squadra numerosa che anima la vita sociale e sportiva del club. 

Intorno alla metà degli anni '70, i ragazzi dello Sci Club Cortina componevano buona parte del Comitato Veneto, anche se in questi anni non emerse la figura del Campione fino all'arrivo di Kristian Ghedina. 

Accanto ai giovani emergenti troviamo i grandi atleti che si affermano nel panorama italiano e danno il loro contributo anche all'estero: Gildo Siorpaes e Giovanni Dibona, campione italiano di discesa libera il primo, di slalom il secondo. 

Gli anni dal 1962 al 1974 sono gli anni di presidenza di Alberto Assirelli, che si preoccupa di rimpinguare le casse del Circolo, che fatica a sostenere le spese. Scrisse persino a Gianni Agnelli (ottenendo risposta e supporto) per l'orgaizzazione una gara di sci, all'imperatore del Giappone Hiro Ito per i Giochi di Sapporo del 1972 e organizzò numerose gare per gli ospiti per incentivare lo sviluppo turistico e aumentare gli introiti, come quelle per le associazioni di categoria. Sono anni nei quali Cortina vede un rilancio delle atività invernali, con l'ammodernamento e la costruzione di nuovi impianti di risalita. 

Nel 1975 subentra alla presidenza Bruno Dimai Fileno, proseguendo sulla linea tracciata da Assirelli. Accanto alle gare di Coppa del mondo, poi, vi sono numerose competizioni riservate alle categorie giovanili, come il "Trofeo Nordica" o la "3G Cortina", tre giorni di gare dedicate allo sci alpino. In questi anni viene anche inserita la selezione per entrare a far parte della Scuderia Franchetti: solo i ragazzi che dimostravano impegno e una certa attitudine poteva entrare e restare nello Sci Club. 

Crebbero anche i settori del fondo e del salto, con l'organizzazione di gare e una spinta all'attività giovanile. Per autofinanziarsi, infine, il club organizza anche manifestazioi estive, come il celebre Giro delle Tofane, una gara di corsa con partenza e arrivo a Fiames. 

Il 1973 è l'anno del 70° anniversario della fondazione e l'attività invernale del sodalizio è più intensa del solito, culminata con la gara di salto Gran Prix de saut Sci Club Cortina 1903 che ebbe luogo sul trampolino olimpico di Zuel. A corollario della manifestazione, una cena di gala presso il Majestic Hotel Miramonti che vide la partecipazione dei presidenti dei più prestigiosi sci club d'Europa. 

L'anno del 70esimo vede un numero eccezionale di tesserati del club: 1765, 167 dei quali erano i maestri della Scuola Sci Cortina. Per i festeggiamenti viene coniato un distintivo celebrativo dedicato dove, all'ormai iconico simbolo, si aggiunge il numero 70 e le date 1903-1973. Nello stesso anno il Coni onora lo Sci Club Cortina con la stella d'oro al merito sportivo. 

Dagli anni '80 al 2000

Gli anni '80 e '90 sono anni di intenso fermento che hanno posto le basi anche dello sviluppo successivo. Per quanto concerne le gare, vi è stato prima il periodico ritorno della Coppa del mondo e, dal 1993, l'inserimento di Cortina tra le "classiche" del Circo Bianco per le Regine della velocità, sulla pista Olympia delle Tofane. Vi sono poi le gare internazionali FIS dedicate ai giovani talenti dello sci alpino.

Sono anni illuminati dalla stella di Kristian Ghedina, che vince la sua prima gara di Coppa del mondo proprio a Cortina, il 3 febbraio 1990, e dal talento di numerosi atleti come Ernesto De Mattina, Edoardo Zardini, Alberto Ghezze, Barbara Frizzarin, Katia Ghedina, Cristina Lacedelli, Francesca Siorpaes, Silvia Zanussi per l'alpino, David Alverà, Barbara Giacomuzzi, Anna Santer, Klaus Mariotti e Antonio Lacedelli per il nordico. Atleti cresciuti all'interno dello Sci Club, che sono entrati nelle squadre nazionali giovanili e, alcuni nei gruppi militari. 

Sono anni in cui sono stati numerosi i presidenti che hanno portato il proprio contributo al sodalizio: Luciano Schiavon (1984-87), Luciano Dalus (1987-89), Gianpaolo Gaspari (1989-92), Teodoro Sartori (1992-96), Marco Ghedina (1996-2000) ed infine Giancarlo Di Gallo (2000-04), il presidente del centenario.

I primi anni '80 sono anni intensi, sia per l'organizzazione delle manifestazioni di rilievo internazionale ospitate a Cortina, dai Campionati italiani di sci alpino (1986) all'ultima gara di salto (1985) organizzata in occasione delle Universiadi, sia per l'aspetto organizzativo del Club. Furono anche anni di grandi soddisfazioni: per tre anni consecutivi lo Sci Club Cortina risulta essere la prima società d'Italia nelle graduatorie FISI.

Sotto il punto di vista economico, il club in questo periodo si mantiene grazie alle quote sociali e ai contributi del Comune di Cortina, mentre le sponsorizzazioni erano pressoché inesistenti. Fu Luciano Dalus ad avviare un nuovo corso che prevedeva maggior equilibrio tra attività sportiva e conto economico principalmente attraverso la ricerca di sponsorizzazioni (ricordiamo le famiglie Barilla e Reale, oltre alla Cassa Rurale e i cittadini che contribuirono). 

Nella seconda metà degli anni '90 alle discipline storiche si affianca lo snowboard, agli esordi in Italia. Continuano poi le gare FIS e gli eventi agonistici importanti organizzate dal Club, che continua a svolgere un ruolo di aggregazione sociale per i ragazzi, che crescono in un ambiente sano dedicato all'attività sportiva. 

Il 2003 è l'anno del centenario, celebrato con la pubblicazione di un volume a cura di Marco Dibona e Mauro Polato (Cent'anni di sci dallo Sport Club Ampezzo allo Sci Club Cortina) che ripercorre i primi 100 anni di uno dei più antichi Sci Club d'Italia. 

Gli ultimi 20 anni

Il 2003 è l'anno del centenario dello Sci Club Cortina. 

Nel 2004 subentra alla Presidenza del Club Igor Ghedina, il più giovane ed il più longevo Presidente che il Club abbia avuto nei suoi oltre 100 anni di storia. Sono tantissime le attività svolte in questi ultimi decenni: viene incrementata l'organizzazione di gare di interesse regionale, nazionale ed internazionale, prosegue la ricerca di sponsor e aziende che scelgono di legare il proprio nome al sodalizio e si avviano rapporti per lo sviluppo di nuovi progetti sul territorio

Dal punto di vista delle gare, lo Sci Club Cortina è il primo ad organizzare il Criterium Nazionale Cuccioli, con oltre 600 partecipanti ed il coinvolgimento dell'associazione albergatori; aumentano le gare giovanili importanti come la Finale Lattebusche (categorie Baby/Cuccioli), vinta dagli atleti del Club per 6 anni consecutivi. Si occupa dell'organizzazione della partenza del Tour de Ski di fondo per 3 anni consecutivi. O ancora le gare FIS in calendario nelle giornate successive alla Coppa del mondo di sci alpino.

Proprio grazie a questo evento si rafforza ancor di più il rapporto del Club con la FISI e con la FIS; inoltre lo Sci Club fa parte del comitato organizzatore dei Mondiali di sci alpino Cortina 2021 ed oggi è parte di Fondazione Cortina, braccio operativo sul territorio in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. 

 In questo periodo le sponsorizzazioni aumentano di circa il 30%, con contributi da numerose aziende tra le quali va citata Smeg, la più longeva con 20 anni di collaborazione. 

Un buon numero i successi dal punto di vista agonistico, con diversi atleti provenienti dalle fila del Club che hanno indossato i colori azzurri, quali Wendy Siorpaes, Stefania Zandonella, Mariaelena Rizzieri, Dino Gobbo per l'alpino, Valentina Bachman e Anna Comarella per il nordico. Tra gli allenatori, il Club annovera anche Alberto Ghezze, che si è occupato della categoria Giovani per 3 anni tra l'occupazione in Nazionale con Kristian Ghedina prima e la Squadra A di discesa libera femminile dopo e, ancora attivo, Edoardo Zardini, ex Azzurro che annovera nel curriculum un podio a Wengen, diversi piazzamenti nei 10 in Coppa del Mondo e la partecipazione alle Olimpiadi di Salt Lake City nel 2002. Va sottolineato anche come la quasi totalità degli atleti del Club sono diventati maestri di sci, contribuendo così all'economia turistica invernale del paese. 

Infine, per quanto concerne i rapporti con le Istituzioni locali, va citato il progetto sviluppato insieme alle Regole d'Ampezzo relativo alla pista da fondo in località Fiames, nato a seguito di una proposta della Federazione di organizzare una tappa di Coppa del mondo a Cortina. Il progetto, in fase di approvazione presso gli enti preposti, prevede la costruzione di un impianto per lo sci nordico con diverse lunghezze (2,5 - 5 - 7,5 km e di conseguenza 15 km) ed un sistema di innevamento, il poligono di tiro per il biathlon e infine una pista di skiroll. 

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